Alessandro Mendini in mostra al Museo Madre con "Piccole fantasie quotidiane"
- Francesca Iervolino
- 31 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min
"Alessandro Mendini: piccole fantasie quotidiane" (curata da Gianluca Riccio e Arianna Rosica) è il primo evento espositivo che un museo pubblico italiano dedica ad Alessandro Mendini. La mostra, in programma al Museo Madre fino al 5 aprile 2021 (Museo d'arte contemporanea Donnaregina, Napoli), prodotta dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee della Regione Campania in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini e l'Atelier Mendini, intende celebrare l'architetto milanese, una delle più importanti figure nel panorama internazionale del design e dell'architettura del secondo dopoguerra.

"A partire da un'inedita lettura del lavoro del grande architetto milanese, condotta attraverso la ricostruzione della fitta trama di relazioni tra design, arte e architettura, che ha caratterizzato tutta la sua ricerca, il progetto indaga scambi e reciproche influenze tra la poetica mendiniana e la cultura artistica d'avanguardia – dal dialogo con l'Arte Povera al costante riferimento al Futurismo fino agli echi della cultura Divisionista e Metafisica e al confronto critico con l'estetica della Pop Art – sia nella progettazione di oggetti industriali che nella realizzazione di opere pubbliche e installazioni ambientali, offrendo un'ampia testimonianza della poliforme sperimentazione di Mendini. Opere, prototipi, documentazioni di performance, oggetti industriali, elementi d'arredo, disegni e bozzetti, realizzati da Mendini nel corso di oltre cinquant’anni di attività, saranno organizzati in una sequenza di stanze tematiche restituendo allo spettatore tutta la mobilità del linguaggio mendiniano, segnato da un approccio ibrido e interdisciplinare al progetto costantemente in bilico tra espressività e funzionalismo, in cui il principio dell’assemblaggio e dell'accostamento improvviso e imprevisto di materiali, misure e forme storiche tende a prevalere sul principio della sintesi."
A partire da un'ampia rilettura del periodo Radical della prima metà degli anni Settanta, in cui Mendini, direttore della rivista “Casabella”, inizia una riflessione teorica e una sperimentazione orientata a un approccio emozionale e concettuale al progetto in chiave anti-funzionalista –attraverso l'uso di materiali naturali come la paglia e la terra e il ricorso alla performance – il percorso espositivo seguirà lo sviluppo della ricerca del designer milanese, dall'esperienza di Alchimia della seconda metà degli anni Settanta e dal periodo postmoderno sino alle esperienze più mature, segnate dal recupero della tradizione e della storia e da una forte componente letteraria nella progettazione.

Intrecciando in modo poroso linguaggi differenti a cavallo tra sperimentazione concettuale e design e tra progettazione spaziale e produzione industriale, attraverso le stanze del museo Madre i principali passaggi teorici e linguistici della ricerca di Mendini saranno presentati seguendo un andamento trasversale e diacronico – dalla decorazione concepita come tema autonomo di progettazione e come narrazione intorno all'oggetto alla tensione a scavalcare gli steccati linguistici e le rigide discipline di pittura, artigianato, design e architettura, sino alla necessità di creare un dialogo costante tra l'alto e il basso, il passato e il presente, il linguaggio artistico e la cultura popolare, il pezzo unico e la produzione in serie.
A testimonianza della poliforme ricerca dell'architetto milanese, la mostra ricostruisce le diverse tappe del rapporto tra la sua ricerca e la città di Napoli, per la quale fin dagli anni Ottanta Mendini ha realizzato diversi progetti. Un'importante monografia sarà pubblicata in coedizione con Edizioni Madre per l'occasione, includendo saggi di nuova commissione, un'ampia selezione di immagini e apparati critici.
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