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Libri, le migliori novità di giugno

Ritorna come ogni mese l'appuntamento di The Good Reader con le migliori novità in libreria. I nostri lettori ormai ci conoscono: non proponiamo mai letture da intrattenimento o da spiaggia(l'estate ormai è alle porte), al contrario cerchiamo sempre di indirizzarli verso libri che possano regalare una visione d'insieme migliore e nuova sulla vita e sul mondo che ci circonda. I libri e le letture sono, per noi, fonte di ispirazione, conforto, ritrovo, balsamo alla banalità quotidiana da cui siamo costantemente bombardati dalla tv e dai social.

Di seguito, dunque, i libri e le novità più interessanti che troverete in libreria nel mese di giugno.





1) "Ecce Caravaggio", Vittorio Sgarbi (La Nave di Teseo, in uscita il 10 giugno)


Ogni stagione ha il suo Caravaggio. Questa è la più propizia, perché l’apparizione dell’Ecce Homo a Madrid è stata accompagnata da un coro di consensi senza precedenti per un’opera apparsa dal nulla. Non capitava da tempo che un dipinto mettesse d’accordo gli studiosi, imponendosi con una evidenza inequivocabile, e questo ci fa riflettere a ciò che resta, allo stato degli studi, a partire dalla mostra di Caravaggio curata da Roberto Longhi a Palazzo Reale di Milano nel 1951, vero atto di rinascita di Caravaggio dopo una damnatio memoriae durata circa tre secoli. A partire da questa data, il 1951, il nome di Caravaggio si infiamma ancora una volta, accendendo i desideri del mercato e dei critici, che si affannano a individuarne di nuovi, anche laddove, essi, Caravaggio non sono. E a disconoscerne altri che Caravaggio potrebbero essere, a volte anche con grande furbizia. Questo libro di Vittorio Sgarbi, dunque, non solo dà conto, per la prima volta, in modo molto sistematico, documentato e con un ricco apparato iconografi co, dell’ultimo straordinario ritrovamento caravaggesco, L’Ecce Homo, a Madrid. Ma è anche l’occasione di percorrere un viaggio avventuroso e entusiasmante nei labirinti, rivalità, furbizie che hanno accompagnato la riscoperta di Caravaggio, a partire da quel fatidico 1951, settanta anni fa esatti.





2) "Le Visionarie 1933-1943. Arendt, De Beauvoir, Rand, Weil e il pensiero della libertà" , Wolfram Eilenberger (La Feltrinelli, in uscita il 10 giugno)


Quattro icone esemplari di che cosa significhi vivere per la libertà.


È un decennio di terrificanti trasformazioni politiche. Gli anni dal 1933 al 1943 segnano il capitolo più nero della modernità europea. La Grande Depressione sta schiacciando le democrazie dell'Occidente. La paura e l'impoverimento sempre più imponente suscitano nelle masse un desiderio di leader forti. In Germania Hitler prende il potere e fa sprofondare il mondo in un'altra guerra. Le spire del totalitarismo penetrano nella vita quotidiana. Nessun individuo può sfuggirgli. Non esistono alternative all'oppressione, all'esilio e alla resa. Prima muore la libertà, poi il popolo. Nel momento più buio della tempesta, quando ogni speranza sembra vana, quattro filosofe, ciascuna con una voce unica e folgorante, gettano le fondamenta intellettuali per una società libera. Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Ayn Rand e Simone Weil nella catastrofe sviluppano le loro idee rivoluzionarie: sul rapporto tra individuo e società, tra uomo e donna, sesso e genere, libertà e totalitarismo, Dio e l'uomo. Le loro vite avventurose le portano dalla Leningrado di Stalin a Hollywood, dalla Berlino di Hitler e dalla Parigi occupata a New York; ma soprattutto le conducono a idee esplosive senza le quali il nostro presente – e anche il nostro futuro – non sarebbero gli stessi. Le loro esistenze – da fuggitive, attiviste, combattenti della Resistenza – si rivelano una filosofia vissuta e testimoniano il potere liberatorio del pensiero. Ancora oggi il loro lavoro è un esempio del valore della filosofia in tempi oscuri. Quattro icone esemplari di che cosa significhi vivere per la libertà.





3) "Vite di artiste eccellenti", Costantino D'Orazio (Laterza, in libreria dal 3 giugno)


Dall'antica Grecia a oggi sono moltissime le donne che hanno dipinto, scolpito, decorato. Tanti dei loro nomi sono finiti – ingiustamente – nell'oblio. È arrivato il momento di raccontare un'altra storia dell'arte.


Già nell'antica Grecia esistevano artiste donne, che hanno decorato palazzi e lasciato tracce del loro lavoro. Durante il Medioevo, per lo più considerato un periodo nel quale le donne non godevano di alcun rilievo nella società, molte opere sono nate grazie alla manualità femminile, che si poteva esprimere soprattutto nei conventi. L'esplosione dell'arte al femminile risale però al Rinascimento, quando alcune artiste sono arrivate a occupare posti di rilievo nelle corti più prestigiose d'Europa godendo di una fama pari ai propri colleghi uomini. Bisogna attendere la fine dell'Ottocento per vedere alcune artiste esporre nelle mostre accanto a pittori uomini: spesso si tratta di compagne di artisti famosi, altre volte di donne capaci di imporre la propria personalità oltre al proprio talento. Sono le apripista di un fenomeno che nel corso del XX secolo diventerà inarrestabile: le artiste firmeranno i manifesti delle avanguardie storiche e saranno sempre più protagoniste, finché nella seconda parte del secolo supereranno i propri colleghi in quanto a fama e quotazioni sul mercato. Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori è il titolo della celeberrima opera di Giorgio Vasari che, nel Rinascimento, ha costituito un vero e proprio canone. Oggi Costantino D'Orazio rende onore alle tante ‘eccellenti artiste' di cui i canoni si sono troppo spesso dimenticati.





4) "Loro", Roberto Cotroneo (Neri Pozza, in uscita il 3 giugno)


Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l’ignoto.


"Loro cosa vogliono da voi?" chiesi. Prima ci fu un lungo silenzio. E poi solo poche parole: "Niente. Loro ci obbediscono. Questo conta".


Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Nella casa di vetro, tutto sembra meraviglioso quell'estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Lucrezia ama il pianoforte, Lavinia l'equitazione. Ma pochi giorni dopo l'arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l'orrore. "Loro" rivisita le ossessioni che da anni segnano la narrativa di Roberto Cotroneo: il tema della verità e dell'ambiguità, del bene e del male, della violenza, del sacro e della felicità, quando brucia fino a farsi cenere. Le sue pagine, oscure e strazianti, si muovono per territori sinistri, e indagano soprattutto quella terra di nessuno che è la nostra mente. Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l'ignoto. Alla fine, a prevalere saranno il fallimento di ogni ragione e il trionfo di un mondo che non è di questo mondo. Perché, come ha scritto Nietzsche: «quando scruterai in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te».



5) "Belladonna", Annalena McAfee (Einaudi)


Da giovane Eve è stata la musa di un famoso pittore. A distanza di quarant'anni molti la ricordano solo in quel ruolo. Eppure Eve è un'artista geniale: lavora con fiori e piante, e la sua opera vibra di una forza creativa unica. Adesso, nel pieno della maturità artistica, Eve si dedica al progetto piú importante, perché non intende sacrificare ancora la sua luminosa carriera, troppo spesso soffocata da incombenze famigliari, critici mediocri e rivali spietati. Ma assecondare un'ambizione accecante, come Eve scoprirà, può rivelarsi molto pericoloso.


«McAfee sa infondere di vita vera l'opera di un artista, catturando il lettore nella sua creazione. L'arte non funge da mero espediente narrativo nel romanzo, ma ne è il cuore pulsante. "Belladonna" è un libro originale e seducente»Polly Clark

«"Belladonna" è un romanzo magnifico, denso di arte, potere e contorta sensualità, che esplora le implicazioni di una vita completamente dedicata alla creazione artistica»The Observer


Londra, una notte d'inverno. I passi di Eve risuonano nelle strade, ora buie e deserte, ora gremite di voci festose e luci natalizie. Ma dove sta andando Eve? Il percorso di quell'insolito vagabondare sembra snodarsi tra i ricordi. È la sua memoria, insieme alla città, che Eve scandaglia, seguendo una traiettoria casuale che passa per i momenti cruciali della sua vita privata e professionale. La squallida periferia dell'infanzia, la magnolia sotto cui si consumava la prima goffa storia d'amore, gli anni alternativi dell'accademia. Piú di tutto, prepotente, torna New York. Eve ci si era trasferita dopo la laurea, insieme a due compagne di corso, Wanda e Mara, con l'obiettivo spericolato di sfondare sulla fervente scena artistica degli anni Settanta. Quel periodo le ha lasciato un segno indelebile, quasi al pari di Ragazza con fiore, il famigerato dipinto in cui l'ha immortalata l'anziano amante Florian Kiš, monstre sacré dell'arte novecentesca. Dal soggetto fragile e scomposto di quel ritratto Eve non è mai riuscita a separare la sua immagine. Anche dopo l'osannato Florilegio underground – una mappa della metro di Londra in cui tavole botaniche sostituiscono i nomi delle stazioni –, i numerosi successi, le mostre prestigiose. A New York Eve ha incontrato il futuro marito, il brillante architetto Kristof, con cui è tornata a Londra, portandosi dietro le vecchie cicatrici della relazione tossica con Florian e una rinnovata, accanita rivalità con Wanda. Il matrimonio, la nascita della figlia, le rinunce che la società impone alle donne: Eve ha tradito i suoi sogni, sacrificando la carriera in cambio di una soffocante stabilità. Nella notte londinese, Eve ripensa anche agli eventi impetuosi del recente passato. Nel pieno della maturità ha scelto di assecondare le sue ambizioni e dedicarsi alla realizzazione di un'opera grandiosa, la piú importante, che sancirà il suo riscatto artistico agli occhi di tutti, inclusi quelli di Wanda. A infiammare il genio e la passione di Eve, poi, un giovane assistente, Luka. Grazie a lui nell'artista si accendono nuove speranze. Che presto si trasformano nelle scintille di un devastante incendio.






6) "Finchè non ci ammazzano", Hanif Abdudrraqib (Edizioni Balck Coffee, in uscita il 16 giugno)


In questi saggi scritti tra il 2016 e il 2017, periodo cruciale per la storia politica e culturale degli Stati Uniti, Hanif Abdurraqib utilizza la musica e la cultura popolare come lenti attraverso cui osservare il mondo e raccontarci qualcosa di sé. Si reca a un concerto di Bruce Springsteen il giorno dopo aver visitato il memoriale per Michael Brown, ragazzo afroamericano assassinato dalla polizia. Ripercorre la storia dei Fall Out Boy, il gruppo guidato da Pete Wentz, intessendola dei ricordi di un amico scomparso. Racconta il legame del presidente Barack Obama con l'attuale generazione di rapper di colore. In questi brevi saggi, con una scrittura lirica e magnetica, Hanif Abdurraqib compone un mosaico della società americana e di come agisce sulla pelle scura di alcuni suoi cittadini. Finché non ci ammazzano ci regala un nuovo modo di osservare la cultura che ci circonda.




7) "Rive gauche - Arte, passione e rinascita a Parigi 1940-1950," Agnès Poirier (Einaudi)


«Poirier ha ricostruito la Storia con grande maestria: in questa passeggiata tra gli arrondissement, si ha davvero la sensazione di spiare i protagonisti dal buco della serratura, di ammirare i luoghi che li ospitarono, di ritrovare persone da tempo scomparse». «The New York Times»


Culla della fervente bohème del primo dopoguerra, alla fine degli anni Trenta Parigi è una città in attesa. Il presentimento della catastrofe pervade le lettere che Beckett manda a Dublino, appesantisce le anonime casse di legno in cui il direttore Jaujard fa nascondere i capolavori del Louvre, grava sulla scelta di Picasso di trasferirsi a Royan. È da qui, dall’angoscia di quei giorni, che Agnès Poirier sceglie di iniziare, perché per comprendere l’euforia della rinascita bisogna prima raccontare il dolore che la precedette. La Parigi degli anni Quaranta, infatti, è stata anche la Parigi occupata e straziata, percorsa da profonde cicatrici: proprio come l’architettura della città, quegli eventi hanno influenzato per sempre il modo di pensare e agire di chi li ha vissuti. Per i personaggi, tra i piú illuminati del tempo, che per nascita, caso o necessità si ritrovano nella Ville Lumière, la guerra è anche sprone alla riflessione e alla creazione. L’iconica Rive gauche fa da sfondo alla tenace vivacità culturale del periodo con i suoi tanti luoghi emblematici. Il Café de Flore e Les Deux Magots, spazi frequentati per bere, discutere, fumare, lavorare da protagonisti dell’epoca come Sartre e Camus; l’Hôtel La Louisiane, con le sue grandi camere rotonde, in cui elessero dimora anche Simone de Beauvoir e Juliette Gréco; il numero 5 della Rue Saint-Benoît, casa di Duras e simbolo dell’impegno della sinistra intellettuale; la monumentale Sorbona, la piú importante istituzione del sapere francese frequentata da studenti internazionali come Mailer e Seaver; Le Tabou, il jazz club seminterrato dove un irriverente Vian suonava la tromba. Molti di questi edifici esistono ancora, e mantengono piú o meno intatta l’aura magica di quel periodo. Ma a renderli speciali è soprattutto «il caleidoscopio di destini» che vi si sono incrociati e che Agnès Poirier restituisce qui in una galleria di indimenticabili ritratti. Gustoso e arguto, come lo ha definito Julian Barnes, Rive gauche è un viaggio letterario alla scoperta di una Parigi brulicante di arte, passione, amore, vita.




8) "La casa di Fripp Island", Rebecca Kauffman (Sur, in uscita il 9 giugno)


Fripp Island: un’isoletta esclusiva sulle coste della Carolina del Sud, collegata alla terraferma da un ponte e circondata dalle maree. Qui, in una casa di lusso accanto alla spiaggia, convergono per una breve vacanza i destini di due famiglie: Scott e Lisa Daly, con le figlie Rae e Kimmy, e i loro ospiti John e Poppy Ford, con il figlio maggiore Ryan e la figlia Alex. Lisa e Poppy sono amiche d’infanzia, ma la distanza e le differenze di classe – i Daly sono altoborghesi e vagamente snob, mentre i Ford appartengono a una working class impoverita quanto orgogliosa – le hanno allontanate negli anni; la vacanza insieme è l’occasione per ricucire un rapporto fatto di lealtà femminile e vera amicizia.

Man mano che si disvelano i piccoli segreti delle due coppie e quelli dei loro figli adolescenti, sospesi tra l’infanzia innocente e le prime trasgressioni della vita, le pulsioni erotiche e la ricerca di un’identità, la vacanza assume però toni sempre più tesi e misteriosi. A complicare le cose c’è la presenza sull’isola di un uomo segnalato come possibile aggressore sessuale. Per uno dei protagonisti, il mare di Fripp Island segnerà il confine tra la vita e la morte.

Nella cornice di una insolita murder story in cui bisogna scoprire la vittima oltre che l’assassino, l’ultimo romanzo di Rebecca Kauffman indaga le dinamiche familiari e i rapporti tra le persone, con la precisione e la tenerezza che i lettori della Casa dei Gunner hanno imparato ad amare.





photo credits: heyemmy.com


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