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Libri, Wojtek lancia la nuova collana "Ostranenie" con "Teoria della prosa" di Ricardo Piglia

Aggiornamento: 26 ott 2021



Wojtek Edizioni è una casa editrice indipendente alla quale siamo particolarmente affezionati e il motivo è semplice: Wojtek è letteratura allo stato puro.


La casa editrice nasce a Pomigliano d’Arco nel 2018, per volere di Lucio Leone, Ciro Marino e Antonio Corduas; al gruppo originario si aggiungono, tra il 2019 e il 2020, anche Alfredo Zucchi, Anna Di Gioia e Eduardo Savarese. La missione che Wojtek si prefigge è l'attenzione costante ai nuovi lettori, ai lettori in cerca di tracce di esplorazione consapevole dei modi e dei ritmi della narrazione, pronto a spingersi persino nei luoghi in cui nessun libro è mai stato, intercettando visioni del e dal presente, con i linguaggi più diversi. Non solo. La casa editrice Pomiglianese guarda anche agli ambienti delle avanguardie letterarie, le riviste online, perché è lì che spesso si annida lo sguardo più radicale. La casa editrice propone narrativa “non di genere” e intende tale formula in senso inclusivo e di apertura rispetto ad ambienti e a letterature inesplorate o solo parzialmente esplorate dall’editoria italiana, evitando dunque qualunque approccio mainstream. Wojtek vuole così intercettare – come davanti a una radio clandestina del secondo conflitto mondiale – le narrazioni capaci di decodificare, in piena libertà di concezione e realizzazione, quanto sta realmente accadendo a lato, dietro e oltre rappresentazioni rassicuranti e parole ovvie.


La casa editrice, il cui nome deriva da Wojtek, l'orso bruno siriano adottato dalla XXII Compagnia di rifornimento dell’artiglieria nel Corpo polacco durante i preparativi della battaglia di Cassino, ha due collane: la prima, Orso Bruno, è dedicata alla narrativa italiana contemporanea e ha esordito con Gli affetti provvisori di Anna Adornato, arricchendosi poi dei testi di Emanuela Cocco, Davide Morganti, Eduardo Savarese, Mirko Floria, Luca Mignola, Alfredo Palomba, Salvatore d’Ascia, Sergio Gilles Lacavalla; la seconda, Orso Nero, accoglie la narrativa straniera e si apre con Il circo di Miranda Mellis e le opere di Stephen Gregory e Gilda Manso, tradotti da Monica Pezzella e Antonella Di Nobile.




"Ostranenie", la nuova collana


La collana Ostranenie (dal russo straniamento) è la nuova collana di saggistica letteraria di Wojtek che partirà a novembre 2021. Perno e fulcro di questo nuovo, ambizioso progetto è la teoria come passione, lo studio come questione privata, come urgenza; l’arte della lettura, la lettura dello scrittore nella quale il lettore ammirevole non si identifica con i personaggi del libro, ma con la mente che lo ha concepito.


I primi titoli della collana sono "Teoria della prosa" di Ricardo Piglia, tradotto da Loris Tassi, a cura di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi (in uscita a novembre 2021); L’ultimo bastione del buon senso di Danilo Kiš, tradotto da Anita Vuco, a cura di Federica Arnoldi, Luca Mignola e Alfredo Zucchi (in uscita a giugno 2022); L’intreccio come fenomeno di stile, opera inedita del padre del formalismo, Viktor Šklovskij, tradotto da Maria Zalambani, a cura di Federica Arnoldi, Luca Mignola e Alfredo Zucchi (in uscita a giugno 2023). Ad accompagnare la collana, Wojtek ha creato uno spazio di approfondimento digitale, in cui compaiono saggi, riscritture, materiali di studio https://www.wojtekedizioni.it/ostranenie/


La redazione di Ostranenie è composta da Federica Arnoldi, Anna Di Gioia, Luca Mignola e Alfredo Zucchi.


Il primo titolo della collana: "Teoria della prosa", di Ricardo Piglia


"Il segreto non è un problema di interpretazione di un significato, ma della ricostruzione di un dato assente. Capire è raccontare di nuovo. Teoria della prosa, il cui titolo ricalca le opere dei maestri del formalismo russo, è un testo in cui teoria e pratica della finzione risultano inscindibili. Il volume, pubblicato per la prima volta in Argentina due anni dopo la sua morte, raccoglie il ciclo di lezioni tenuto da Ricardo Piglia all’Università di Buenos Aires nel 1995. Nel corso del seminario Piglia e gli studenti leggono alcuni testi di Juan Carlos Onetti. L’analisi non è di natura monografica; il discrimine, nella scelta dei testi è formale: si tratta di opere collocabili tra la forma breve e il romanzo. Il percorso che Piglia delinea si svolge intorno a un doppio asse, e le pagine di Onetti diventano occasione e strumento per rispondere a una domanda precisa: che cos’è questa forma ambigua? Che cos’è la nouvelle? Attraverso il dialogo con Poe, Deleuze, Auerbach e Šklovskij, Piglia definisce il nucleo di tale forma: uno spazio vuoto di cui, dall’interno della narrazione, si è all’oscuro. Si tratta di una peculiare posizione del narratore, il cui statuto di ambiguità è esemplare nei casi di Henry James e William Faulkner e, allo stesso tempo, dell’assetto di tale vuoto che sembra rispondere a ciò che Borges ha definito “causalità magica”. Il lettore ammirevole non si identifica con i personaggi del libro “ma con la mente che ha concepito quel libro”, scrive Nabokov. Ed è muovendo dalla prossimità con il punto di vista della composizione che Ricardo Piglia prende la parola in Teoria della prosa.


L'Autore

Ricardo Piglia (1941-2017) è stato uno scrittore e saggista di origini argentine. Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo: Respirazione artificiale, La città assente, L’ultimo lettore, Solo per Ida Brown, Critica e finzione, Soldi bruciati.



(con la traduzione di Loris Tassi e la curatela di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi, il libro è in uscita il 22.11.2021).



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