Presentata la mostra “Gladiatori al MANN”, un percorso innovativo tra archeologia e tecnologia
- Francesca Iervolino
- 1 apr 2021
- Tempo di lettura: 14 min

“I gladiatori già nell’antichità guadagnarono una fama che andò ben oltre l’arena e accomunò tutto l’Impero, anche le sue propaggini nordeuropee. Molti di questi echi hanno nutrito la filmografia hollywoodiana fino al capolavoro di Ridley Scott. Stavolta, tuttavia, i gladiatori non sono rappresentati solo come uomini coraggiosi, pronti ad affrontare la morte in ogni scontro, ma anche nella loro dimensione privata e intima - ha dichiarato Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli concludendo con queste parole “Gladiatori” è la mostra più bella e, per le tristi vicende accadute nel mondo negli ultimi mesi, anche quella più sofferta per il MANN. Siamo stati feriti, ma ci siamo rialzati. Lo spettacolo nell’arena può continuare”.

Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Si è svolta ieri mattina, alle 11, la presentazione online della nuova esposizione “Gladiatori al MANN”, in mostra al Museo Archeologico di Napoli fino al 6 gennaio 2022. All’evento hanno partecipato Paolo Giulierini (Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), Alfonsina Russo (Direttore del Parco Archeologico del Colosseo), Gabriel Zuchtriegel (Direttore Parco Archeologico di Pompei) e Antonio Ernesto Denunzio (Vicedirettore delle Gallerie d’Italia- Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli); in connessione da remoto, Andrea Bignasca (Direttore dell’Antikenmuseum di Basilea). Ha concluso la presentazione digitale il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti esposti nel suggestivo salone della Meridiana, un affascinante viaggio di ricerca che si sviluppa in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”; 7) “Gladiatorimania”, sezione” tecnologica”. La mostra, in particolare, intende coniugare archeologia e tecnologia per raccontare il mito dei Gladiatori senza sacrificare, tuttavia, il rigore metodologico.
“Erano gli idoli delle folle, attesi, amati, a volte temuti- ha dichiarato Luca Fiorentino- Il mio intento è stato portarli a noi dalle lontananze buie del tempo mantenendo però intatta la suggestione e l’aura di mistero che i millenni trascorsi hanno depositato sulla loro storia. Utilizzare i pezzi in mostra, in particolare alcuni degli elmi più importanti della collezione del MANN, capolavori assoluti, unici al mondo, è stato un privilegio. Nello spot per la grande mostra Gladiatori appaiono prima in maniera astratta quasi metafisica e poi contestualizzati, nelle sale del museo. La voce narrante è quella di Luca Ward che straordinariamente era riuscito ad aggiungere ancora più fascino al Gladiatore di Ridley Scott, doppiando in italiano Russell Crowe. L'idea centrale è stata quella di far tornare proprio loro, i gladiatori, per l’ultima volta alla luce dell’arena, ma sotto i riflettori di un nuovo pubblico, per raccontare a noi contemporanei la loro vita, come mai nessuno aveva fatto prima. Ma anche per trasmetterci, oggi più forte che mai, un messaggio di coraggio, un invito ad essere sempre forti e uniti per battere ogni avversità."
“Gladiatori” è dunque il frutto di un’intensa rete scientifica interistituzionale: la prima tappa dell’allestimento è stata presentata all’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig ed è nata dalla volontà di narrare la fortuna degli antichi spettacoli in tutte le aree dell’Impero Romano; l’esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli si arricchisce, inoltre, anche del focus sugli Anfiteatri Campani e del taglio interattivo di “Gladiatorimania”.

Il Focus sulle sezioni della mostra
Dal funerale degli eroi al duello per i defunti
La prima sezione della mostra rintraccia, nei riti funerari e nei combattimenti in onore dei defunti, gli elementi che costituiscono gli antecedenti delle esibizioni dei Gladiatori. Tra i nove manufatti esposti in questo segmento iniziale dell’allestimento, si parte dal Vaso di Patroclo (340-320 a.C.), appartenente alle collezioni del MANN.
Al IV sec. a.C. risalgono invece le lastre provenienti dalla Necropoli del Gaudo di Paestum; si tratta della tomba 7, tra cui spiccano, in particolare, due raffigurazioni: la prima scena è una lotta tra guerrieri, accompagnati da una suonatrice di doppio flauto; la seconda è una caccia al cervo.
In questa sezione, si può ammirare anche il rilievo con scena di combattimento di Gladiatori (I sec. a.C.), rinvenuto a Roma sulla via Ostiense: il reperto, custodito al Museo Nazionale Romano e proveniente da un antico monumento funerario, è messo in dialogo con l’opera di Francesco Morelli, che riproduce la decorazione ormai perduta della tomba pompeiana detta di Umbricio Scauro. L’olio su tela di Francesco Netti riflette la rilettura contemporanea del mito dei gladiatori: nel dipinto, in prestito dal Museo di Capodimonte, la raffigurazione degli eroi al triclinio dopo il combattimento all’arena.
Le armi dei Gladiatori
Simbolo della provenienza etnica e delle classi dei Gladiatori, è possibile ammirare i circa cinquanta esemplari della celebre collezione di armi, provenienti soprattutto da Pompei ed appartenenti al patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I reperti (tra questi, elmi, scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali, spade), entreranno a far parte del nuovo ed ampliato allestimento pompeiano del MANN: nella sua varietà e ricchezza, fu proprio questa raccolta ad essere fonte d’ispirazione per il celebre film sui Gladiatori di Ridley Scott e con Russel Crowe.
La collezione rappresenta la più celebre raccolta di armi di epoca romana giuntaci dall’antichità: nel Settecento, fu ritrovata Pompei nel Quadriportico dei Teatri, adibito a Caserma dei Gladiatori dopo il terremoto del 62 d. C.
Nell’allestimento, così, si ritrovano veri e propri capolavori, che testimoniano quanto le armi dei gladiatori siano quasi creazioni artistiche, caratterizzate da un articolato sistema decorativo. Spaziando tra questi reperti è possibile cimentarsi a ricostruire l’armatura di un Mirmillone, delTrace, del Secutor che si opponeva al Retiarius e infine del Provocator.
Nella sezione, vi sono anche diversi reperti legati ai momenti musicali che accompagnavano le gare dei Gladiatori: tra questi, sempre da Pompei, alcuni cornua del I sec. d.C. ed una copia moderna di una doppia tibia da un originale del I sec. d.C. (il prestito è dal Museo della Civiltà Romana).
In dialogo con la splendida collezione di armi da Pompei, vi sono alcuni rilievi: risale alla fine del I sec. a.C. la scena di combattimento fra Gladiatori, in prestito dal Parco Archeologico del Colosseo; dai Musei Capitolini proviene la raffigurazione dello scontro tra Retiarius e Secutor.
Dislocato in Atrio, per accogliere i visitatori, il grande rilievo (età neroniana-flavia) con scene di spettacoli gladiatori: il reperto (dalla necropoli marittima di Pompei) fa parte delle collezioni del MANN. Caratterizza la sezione, infine, un’imperdibile incursione nell’arte contemporanea: al genio di Giorgio De Chirico è affidata la suggestiva rappresentazione pittorica “Gladiatori e arbitro III” (1931, Udine, Casa Cavazzini).


Dalla caccia mitica alle venationes
Le venationes rappresentavano il momento di apertura degli spettacoli gladiatori: istituite nel 186 a.C. da Marco Fulvio Nobiliore e restate in voga sino al tramonto dell’Impero (l’ultimo spettacolo di questo genere fu organizzato sotto Teodorico nel 523 d.C.), le cacce nelle arene rivestivano un profondo valore politico, culturale e simbolico.
Peculiare la scenografia in cui si svolgevano le venationes: nelle arene erano allestiti veri e propri spettacoli, con fondali ed ambientazioni di matrice storica e mitologica; gli animali feroci, con cui solitamente si cimentavano gli i cacciatori, erano bufali, orsi, leoni ed elefanti. Tra le sette opere esposte in questa sezione della mostra, spicca la lastra Campana con scena di venatio nel circo (Museo Nazionale Romano): l’opera, che fa parte di un fregio realizzato tra 40 e 60 d.C., raffigura una caccia nel Circo Massimo, riconoscibile dalla colonna sormontata da una statua e da altri elementi architettonici.
Nell’allestimento, è possibile ammirare anche il pluteo con caccia di Meleagro ed Atalanta (II sec. d.C, Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere), che rievoca il sostrato mitologico degli spettacoli, così come il graffito con animali, proveniente dagli scavi romani di Aventicum e conservato nel Musée Romain di Avenches.
Dal sito archeologico di Augusta Raurica e dal patrimonio del relativo Antiquarium è stato dato in prestito l’interessante reperto di un cranio di orso (II sec. d.C.), mentre più tardi sono la coppa con scena di damnatio ad bestias (seconda metà IV- V sec. d.C., dal Museo della Cripta del Museo Nazionale Romano) ed il dittico di Flavio Areobindo, il cui termine post quem è il 506 d.C. (l’opera è conservata presso Zurich Schweizerisches Landesmuseum).
Vita da Gladiatori
In questa sezione i reperti permettono di ricostruire le caratteristiche della “persona sotto l’elmo”, partendo da alcuni e specifici aspetti della dimensione più “lontana dall’arena”: l’alimentazione, la medicina e la chirurgia nonchè l’individuo e la morte.
Nell’allestimento, dunque, sono presenti alcuni reperti di archeobotanica del MANN: si tratta di panico, orzo, favino, lenticchie, farro, di provenienza vesuviana e databili al I sec. d.C.
In mostra vi sono alcuni suggestivi reperti che testimoniano le pratiche mediche e chirurgiche più seguite: tra gli esemplari esposti il coperchio decorato della cassetta medicale (Ercolano, I sec. d.C.), la cassetta medicale in bronzo, l’astuccio con strumenti, la pinza da dentista, la pinza e la ventosa chirurgica, il flebotomo e tre strigli decorati con gladiatori (tutti questi ultimi esemplari provengono da Pompei e sono databili al I sec. d.C.). Nella sezione, uno spazio di approfondimento è dedicato al Gladiatore narrato attraverso le iscrizioni ed i rilievi funerari: dall’Antikenmuseum di Basilea proviene la stele di Peneleos (III sec. d.C.), mentre dai Musei Capitolini giunge in prestito la stele di Aniceto (II d.C.); infine, è stata rinvenuta a Pozzuoli, ma appartiene alle collezioni del MANN, l’iscrizione funeraria del Mirmillone Paeraegrinus (201-300 d.C.). Gladiatori inoltre ospita tre degli scheletri ritrovati in una vasta necropoli di gladiatori portata alla luce a York; i resti, che appartengono ad uomini di differenti età (20/20 anni, 18/25 anni e 36/45 anni), restituiscono anche una serie di elementi utili alla ricostruzione dell’area di provenienza e del regime alimentare dei lottatori.
Completano la sezione anche alcuni splendidi gioielli d’oro rinvenuti nella Caserma dei Gladiatori a Pompei: tra i monili, spiccano due anelli d’oro, così come i braccialetti di lamina ripiegata: secondo gli studiosi, gli ornamenti appartenevano ad uno dei tanti fuggiaschi che si rifugiò nel Quadriportico dei Teatri per scongiurare la morte.
Gli Anfiteatri della Campania
Questa sezione della mostra, attraverso modelli, apparati grafici e supporti digitali, rappresenta un interessante focus sugli antichi anfiteatri.
Risale alla fine del II sec. a. C. la realizzazione degli edifici destinati ad accogliere gli spettacoli gladiatori: proprio in Campania, furono innalzate le prime costruzioni stabili per i munera sino a quel momento svolti nel Foro.
Diverse le peculiarità di questo segmento allestitivo: per la prima volta, grazie ad un progetto realizzato da Altair 4 Multimedia, sono state ricostruite virtualmente le sequenze di affreschi che adornavano l'Anfiteatro di Pompei. Le pitture, scoperte tra il 1813 ed il 1815, abbellivano il muro di separazione tra l'arena e le gradinate dell'edificio: le opere non ebbero lunga vita a seguito del loro ritrovamento, perché, dopo un primo danneggiamento da parte di ignoti, crollarono definitivamente nel 1816. Si deve a Francesco Morelli, che ne riprodusse i dettagli con le proprie tempere esposte in mostra, la successione fedele dei sei pannelli figurati: tra le singole rappresentazioni, vi erano otto sezioni dipinte a squame ed a finto marmo, separate da erme, Vittorie su globo e candelabri metallici su fondo rosso. Suggestiva l'iconografia riproposta nell'antico Anfiteatro: negli affreschi, vi erano la scena di apertura di un munus, le quattro cacce tra animali ed i due gladiatori collocati ai lati dell'ingresso. L'innovativa ricostruzione di Altair 4 Multimedia, basandosi sulle opere di Morelli, parte dal confronto virtuale tra l'Anfiteatro come è oggi e l'edificio del passato: è un volo di uccello che accompagna la progressiva ricomposizione digitale dell'edificio, "svelato" anche nel proprio legame con il contesto urbano adiacente.
Ancora dedicato a Pompei, è il modello in sughero dell'Anfiteatro, realizzato da Domenico Padiglione ad inizio del XIX secolo e restaurato proprio in occasione dell'exhibit sui Gladiatori: il prototipo è posto in dialogo con il celebre affresco della rissa tra Pompeiani e Nocerini, opera appartenente alle collezioni del MANN.
Dall'antica città vesuviana agli altri centri della Campania: nell'allestimento, non mancano approfondimenti dedicati all'Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, presentato grazie ad un plastico ricostruttivo; in mostra, anche due reperti, l'Afrodite vincitrice ed il busto di Psiche, testimonianza della splendida decorazione scultorea dell'edificio. Ancora, uno spazio ad hoc è riservato al prototipo di "ascensori" che si trovavano nell'Anfiteatro di Pozzuoli e fungevano da montacarichi per trasportare le fiere dai sotterranei all'arena. In video, un viaggio alla scoperta degli anfiteatri che costellavano anche le aree interne della Regione. In sezione, presente un "omaggio" scientifico ed archeologico all'Anfiteatro Flavio romano: è possibile ammirare, infatti, alcuni frammenti della decorazione marmorea del Colosseo, tra cui spiccano i resti di una balaustra con testa di coccodrillo, il locum con iscrizione "Sereni" e la transenna con cornucopia (tutti questi reperti sono databili tra il III ed il IV sec. d.C.)

I Gladiatori “da per tutto”
Il mito dei Gladiatori non è stato mai confinato al solo ambito delle arene: già nell'antichità, la fortuna di questi combattenti è stata "tradotta" nell'apparato decorativo (musivo e parietale) e nelle suppellettili presenti nelle case dei romani.
Questa sezione della mostra segue, così, la fortuna dei Gladiatori tra dimensione domestica ed arte: da non perdere, tra gli oggetti della vita quotidiana, alcuni reperti delle collezioni del MANN come le tre lucerne pompeiane con rappresentazioni di gladiatori (da Pompei, I sec. d. C.) ed il bronzetto di gladiatore che combatte contro il proprio fallo trasformato in pantera (da Ercolano, I sec. d.C.); suggestive anche le tre coppe pompeiane con venationes e duelli tra gladiatori (I sec. d.C.).
Dal sito archeologico di Aventicum (Musée Romain, Avenches) provengono la statuetta di Secutor (II sec. d.C.), due frammenti di vetro decorati (II sec. d.C.) e la copia moderna di un manico (III sec. d.C.) con Secutor e Retiarius; sono in prestito dall'Antiquarium di Augusta Raurica, tra gli altri reperti, una lucerna a forma di elmo (II sec. d.C.) ed un intonaco con gladiatore graffito (II-III sec.d.C:), mentre dall'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea giungono in mostra due lucerne (fine II- inizi III sec. d.C.) ed una coppa con combattimenti tra Gladiatori (II sec. d.C.). Straordinario culmine della mostra è il Mosaico pavimentale di Augusta Raurica (fine secondo sec. d.C.): l'opera fu rinvenuta nel 1961, duranti gli scavi nell'Insula 30 del sito archeologico di Augusta Raurica e sorprese gli scopritori per l'estensione della superficie (6,55 X 9,8 metri).
La scena musiva si divide in tre registri: un segmento centrale con figure policrome, una cornice ornamentale anch'essa policroma (sei riquadri rivolti verso l'esterno con raffigurazioni di gladiatori) ed un motivo a lastroni. Ci sono giunti cinque dei sei riquadri con combattimenti ed in queste rappresentazioni i duelli si svolgono sempre fra classi diverse di gladiatori: nella realizzazione del manufatto, spicca non soltanto la resa attenta delle armi e del vestiario, ma anche la scelta artistica di raccontare il momento fatale della lotta, quando si decide chi è il vincitore e chi è lo sconfitto. Appare escluso il legame tra la committenza dell'opera ed il mondo della gladiatura: piuttosto, anche in questo caso, il motivo iconografico riflette la fortuna degli spettacoli in tutto il mondo romano. Il Mosaico di Augusta Raurica è esposto al MANN, così come nella prima tappa della mostra all'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea, dopo la campagna di restauro sul reperto.
Il capolavoro non è stato mai presentato in alcun allestimento in Italia.

Il percorso off: “Gladiatorimania” tra tecnologia e didattica
“Gladiatorimania” è un itinerario off, che, prima o dopo aver visitato l’allestimento nel Salone della Meridiana, permette di raccontare i Gladiatori anche grazie alle più innovative tecnologie della comunicazione. Dal piano terra del Braccio Nuovo del Museo, oltrepassando un ingresso che ripropone le suggestioni dell’accesso in un Anfiteatro realizzato da Scenografie Rubinacci, è possibile seguire, in due livelli, un suggestivo racconto incentrato su diversi temi: l’addestramento; la dieta dei Gladiatori ed il cibo del pubblico; il combattimento; le armature, i luoghi dei giochi e le venationes; i conforts in anfiteatro; la cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite; la fortuna dei Gladiatori; Gladiatori in gioco. Contrassegnano il percorso, proprio per definirne la natura divulgativa , i disegni, firmati da Mario Testa (Scuola Italiana di Comix) ed inclusi nella pubblicazione Panini dedicata ai Gladiatori. L’allestimento della sezione “Gladiatorimania” è firmato dall’architetto Silvia Neri con lo scenografo Paolo Pariota; il progetto grafico è di Francesca Pavese con Sintesi Studio. I testi sono di Valentina Cosentino e Rosaria Perrella. I contenuti multimediali, così come le ricostruzioni virtuali dell’Anfiteatro di Pompei, sono stati inseriti nel quadro di interventi promossi nell’ambito del PON sulla digitalizzazione (PON CULTURA E SVILUPPO FESR 2014/20- Progetto “Digitalizzazione di fondi librari, archivistici e documentari cartacei custoditi dal MANN e informatizzazione dei relativi dati informatici”).
“Gladiatori” per ragazzi
Il racconto illustrato nella pubblicazione di Franco Cosimo Panini Editore
Una giornata da Gladiatore: parte da un’unità temporale, che svela le tante attività per organizzare gli spettacoli nell’anfiteatro, il racconto illustrato dell’originale volume di Franco Cosimo Panini Editore.
La pubblicazione, dedicata a bambini e ragazzi dagli otto anni in su, nasce da un progetto e da un’idea dei Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Lucia Emilio/ staff: Elisa Napolitano ed Annamaria Di Noia), con la collaborazione dell’Ufficio Mostre (Laura Forte); le illustrazioni sono firmate da Mario Testa per la Scuola Italiana di Comix. La narrazione si sviluppa su piani diversi, che si intrecciano grazie alla suggestione dei disegni ed alla proposta di quiz didattici e giochi a tema: la cornice della storia è rappresentata dalle avventure dell’editor Marcus Lucretius Rufus, organizzatore di spettacoli di Gladiatori. In una giornata tipo, il personaggio deve selezionare i combattenti, scegliere ed allestire l’anfiteatro dove farli sfidare, predisporre i momenti di intrattenimento musicale e selezionare le fiere per le venationes: durante queste attività, il protagonista ha l’occasione di aprire vere e proprie finestre di approfondimento dedicate ai giovani lettori.
Dalle classi dei Gladiatori all’architettura degli antichi anfiteatri, dalla tipologia di armi utilizzate negli scontri e nelle parate alla fama dei Gladiatori, il volume intercetta temi che riescono a combinare dimensioni temporali soltanto apparentemente distanti: tra questi motivi, che includono una riflessione sull’attualità, le risse tra “tifoserie” diverse durante i giochi e la gladiatura al femminile.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”: le avventure del personaggio di Blasco Pisapia incontrano la grande mostra del MANN
In occasione della mostra del MANN, è prevista la pubblicazione del terzo volume della serie per ragazzi su Nico: il fumetto, edito da Electa e realizzato nell’ambito del progetto universitario OBVIA- Out of boundaries viral art dissemination (referente: Daniela Savy/ Università degli Studi di Napoli “Federico II”), presenta testo e disegni con l’inconfondibile stile di Blasco Pisapia.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”, dedicato a lettori dagli otto anni in su, è così un itinerario della conoscenza, che declina ed approfondisce nozioni di storia ed archeologia, senza rinunciare ad un approccio metatemporale: grazie ad i fantastici personaggi del racconto, ci si può interrogare sui temi di sempre, dall’amicizia all’amore, dal sogno al viaggio.
Guardare “Gladiatori”: smart glasses per un’esperienza di visita in 3D
Per “Gladiatori”, così come in occasione della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, si conferma la realizzazione di smart glasses da indossare durante la visita: gli occhiali 3D sono dispositivi dotati di lenti completamente trasparenti e predisposte per la realtà aumentata; la tecnologia è predisposta da AR Tour su contenuti scientifici forniti dal MANN. Gli smart glasses, a differenza della realtà virtuale, consentono di contestualizzare l’esperienza durante la visita al Museo.
Grazie al software innovativo utilizzato da AR TOUR, è possibile proiettare sulle lenti degli occhiali 3D, in forma di ologrammi, diversi contenuti multimediali (immagini, filmati e ricostruzioni virtuali): così sono narrati, in tempo reale, i reperti esposti, visualizzandone la forma ed i colori originari, il luogo del ritrovamento ed eventuali note storiche.
#Siamotuttigladiatori: la programmazione culturale legata alla mostra
A cura del Servizio Educativo e Ricerca del MANN, saranno organizzati laboratori didattici, Incontri di Archeologia “Speciale Gladiatori” e conferenze con personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo; inoltre, nell’ambito del festival ArcheoCineMANN, sarà proposta anche una rassegna cinematografica in rete con la Mediateca Santa Sofia di Napoli. “Gladiatori”, infatti, non è solo una mostra, ma un vero e proprio collettore di suggestioni, da “tradurre” in diversi itinerari di conoscenza. Altresì l’ hashtag #Siamotuttigladiatori accompagnerà la programmazione, al momento non ancora definita nei giorni e negli orari, a causa delle attuali disposizioni in materia di eventi in presenza.
La mostra “Gladiatori” sarà anche accompagnata da alcune iniziative che nasceranno dalla rete con altre istituzioni culturali: previsti, infatti, percorsi di approfondimento realizzati in collaborazione con la Direzione Musei della Campania con un focus nel Museo del Gladiatore dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere; dall’antica Capua, infatti, ebbe inizio la rivolta di Spartaco, che guidò i lottatori tenuti in condizione di schiavitù da Lentulo. Ancora, presso l’Anfiteatro di Pozzuoli verrà realizzato un percorso espositivo e multimediale, dal titolo “Proiezioni”: un racconto dei luoghi fondato sulla fusione delle suggestioni e delle informazioni veicolate da media diversi, seppur complementari, quali le forme scolpite del marmo, le riproduzioni digitali, le evocazioni sonore.

In occasione di “Gladiatori” sarà anche riattivata, alla riapertura del MANN, la Slide Door che, promossa nell’ambito del progetto Slide World, collegherà in tempo reale il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Parco Archeologico del Colosseo.
Prevista anche la nascita di una nuova partnership tra il MANN e lo Zoo di Napoli: presso lo Zoo sarà possibile individuare, grazie alle grafiche dedicate, il legame tra gli animali del presente e del passato, con un rimando alla mostra del Museo. Per l’estate, in programma incontri e laboratori (feeding time exhibit) con cibo in una sagoma a forma di Gladiatore.
Tra le partnership prestigiose di “Gladiatori” non può mancare, naturalmente, il Parco Archeologico del Colosseo, che è unito al MANN da un protocollo d’intesa per valorizzare la comune programmazione culturale. “Gladiatori”, inoltre, conclude un percorso di ricerca che ha previsto la collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei per la realizzazione di itinerari espositivi sui legami tra l’antica città vesuviana e gli Egizi, i Greci, gli Etruschi e Roma: quest’ultima tappa è rappresentata da “Pompei 79 d.C. Una storia romana”, in programma al Parco Archeologico del Colosseo, cui il MANN ha prestato un consistente nucleo di importanti reperti.
La mostra “Gladiatori” è stata promossa con il sostegno della Regione Campania e avrà approfondimenti ad hoc nell’Ecosistema Digitale per la Cultura della Regione Campania (https://cultura.regione.campania.it ); partner dell’esposizione è Intesa Sanpaolo. Il progetto scientifico dell’allestimento è a cura di Valeria Sampaolo (già Conservatore presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli), mentre il coordinamento è di Laura Forte (Responsabile Ufficio Mostre al MANN ed Archivio Fotografico del MANN).
L’allestimento è accompagnato da un catalogo edito da Electa.
Gallery immagini Allestimento, foto di Mario Laporta
Gallery immagini Direttore Paolo Giulierini e allestimento ampio, foto di Valentina Cosentino
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