top of page

“Soleil levant”: Monet e il manifesto dell’Impressionismo

Aggiornamento: 13 apr 2021

Claude Monet è considerato da molti il padre dell'Impressionismo. Celebre per le sue Ninfee, è in realtà il dipinto "Impressione: levar del sole" ad essere ritenuto manifesto della nascente lirica pittorica, configurandosi come pietra angolare dell'arte contemporanea


Il 14 novembre 1840 nasceva a Parigi Claude-Oscar Monet, da molti considerato il fondatore dell'Impressionismo, movimento artistico che dalla seconda metà dell’Ottocento rivoluzionò il modo di concepire l’arte nel linguaggio, nelle tecniche, nei soggetti, nel messaggio.

Impressione: levar del sole, C. Monet. Fonte Wikipedia


Le Ninfee

Le Ninfee sono senz'altro le opere più celebri di Monet, dipinti che l'artista realizzò negli ultimi anni di vita, fino al 1926, durante il periodo trascorso nel giardino della sua casa di Giverny, in Normandia. In questa fase finale della ricerca artistica egli giunge ad una pittura “pura”, nella quale cade ogni riferimento spaziale o paesaggistico: i fiori non sono forme ma si trasformano in luci fra miriadi di altre luci, l’acqua è puro cromatismo astratto e l’arte si concentra sulle proprie possibilità espressive. L’ultimo Monet costituirà in effetti un precedente vincolante per gli sviluppi astrattisti del Novecento.


Monet fotografato a Giverny da Jacques Ernest Bulloz. Fonte Wikipedia

Gli inizi e il circolo degli Impressionisti

Ma a incidere significativamente sulla storia dell’arte dell’Ottocento (e non solo) è stata soprattutto l’attività pittorica di Monet degli anni giovanili. L’artista trascorse l’adolescenza a Les Havres, per poi tornare nel 1859 a Parigi dove amicizia ed esperienze artistiche lo legarono al giovane Pissarro. Dopo il servizio militare in Algeria, rientrato nuovamente nella capitale francese, nel 1862 strinse un sodalizio artistico con Renoir, Sisley e Bazille cui si uniranno di lì a poco Degas e Berthe Morisot. Sono questi gli anni in cui andarono maturando gli aspetti essenziali della corrente artistica impressionista. Il movimento, delineandosi come punto di arrivo di una ricerca estetica avviata già negli anni sessanta dell’Ottocento, rivoluzionava innanzitutto la scelta del soggetto raffigurato che era ricercato ora nella quotidianità della vita contemporanea: i caffè di notte, le ballerine e i musicisti dei teatri e dei music-hall, treni e battelli a vapore. Tale scelta era indicativa dell’acquisizione ormai consolidata e fuori discussione di un ampio ventaglio di temi dove le ragioni della pittura, in generale, prevalevano su quelle dei soggetti di volta in volta affrontati. Formalmente la nuova corrente si fondava su un modo del tutto originale di restituire sulla tela gli effetti di luce e ombre, e mostrò fin dagli esordi due anime corrispondenti alla divisione interna tra “radicali” e “moderati”. Mentre questi ultimi tra cui Manet e Degas mantennero una costante attenzione al disegno e alla composizione, e concepirono una pittura realizzata al chiuso dell’atelier, Monet e i radicali si impegnarono nello studio assiduo delle qualità illuministiche e cromatiche della realtà fisica. Lo scopo era quello di indagare la resa oggettiva del dato visivo eseguendo perciò le opere en plein air, dove le cose si mostrano nella loro vera luce.


Catalogo della prima esposizione Impressionista nello studio del fotografo Nadar. Fonte Wikipedia

Lo studio di Nadar e la prima esposizione

Nel 1874 il gruppo di artisti così composto da Monet, Renoir, Sisley, Pissarro, Degas e Berthe Morisot si auto costituì ufficialmente con l’idea di realizzare una mostra collettiva autonoma, in risposta ai Salons parigini il cui accesso era quasi impossibile per pittori dalla forte spinta innovativa e che si discostavano dai consueti temi e caratteri della pittura “edificante”, mitologica e storica. Si decise quindi di organizzare la prima rivoluzionaria esposizione autogestita e libera a cui gli artisti potevano partecipare senza sottostare ad alcuna selezione. Il fotografo parigino Félix Nadar mise a disposizione il suo studio al numero 35 di Boulevard des Capucines, viale la cui vita brulicante di carrozze e passanti era stata immortalata da Monet nel dipinto omonimo del 1873. L’ingresso alla mostra costava un franco e il catalogo cinquanta centesimi; le opere esposte furono 163 (tra dipinti, disegni, acquerelli, pastelli etc.) ma a destare grande sensazione fu il quadro di Monet, “Impression: soleil levant” (Impressione: levar del sole) realizzato nel 1872. L’opera è realizzata seguendo una tecnica a piccoli punti e tocchi di colore posati liberamente sulla tela, senza direzione univoca, con l’obiettivo di ricreare l’atmosfera brumosa di un’alba nel porto di Le Havre, città lungo la costa della Manica.



Impressione: levar del sole, C. Monet. Ph. Chiara Teodonno

Il quadro è tutt’altro che descrittivo: le sagome di navi, banchine, ciminiere, gru si ergono indistinte nella foschia. Delineate per segni sintetici sono anche le due imbarcazioni che avanzano spettrali verso il centro della tela, dove si staglia l’acceso riflesso arancio che screzia l’acqua, il solo elemento che cattura lo sguardo insieme alla sfera infuocata del sole nel cielo sovrastante. Con la sua pittura vaga e indistinta Monet intendeva evocare la confusa visione (o impressione) del risveglio, allorché l’occhio a malapena distingue le forme ed è colpito soprattutto dalle luci più intense. Si tratta di un approccio rivoluzionario, destinato a mutare l’impostazione dell’arte tradizionale. Lungi dal conferire un aspetto statico alla scena, infatti, Monet si impegna nella difficile impresa di riprodurre la transitorietà e la fluidità insieme all’impressione fugace e irripetibile lasciata in chi osserva.


Impression: soleil levant – C. Monet – Dettaglio. Fonte Wikipedia

«Il paesaggio non è altro che un’impressione, un’istantanea, e per questo ci si diede quell’etichetta a causa mia. Avevo mandato una mia cosa fatta a Le Havre, dalla mia finestra, col sole in mezzo alla nebbia e qualche albero di nave che si innalzava sullo sfondo. Mi avevano chiesto un titolo per il catalogo e non poteva certo essere preso per una veduta di Le Havre, quindi ho detto: ‘Metta Impressione’».


Impressione è un’opera cruciale della pittura contemporanea, in riferimento alla quale fu dunque coniata l'etichetta impressionisti. Il critico Louis Leroy intitolava la sua recensione “La mostra degli impressionisti” nella quale scrisse, dopo aver visionato il quadro di Monet, che “una carta da parati allo stato embrionale sarebbe stata decisamente più curata”. Il messaggio di Monet non venne compreso, e le sue scelte, consapevoli e coraggiose, vennero invece fraintese come un’offensiva trascuratezza pittorica. Tuttavia come accadde anche per i “macchiaioli”, gli “impressionisti” si riconobbero in quella definizione, che aderiva ai tratti distintivi della nuova poetica e la rivendicarono orgogliosamente.

“Impressione: levar del sole” è considerato oggi un manifesto della lirica impressionista incarnandone tutti i punti salienti. L’opera è stata donata da Michel, figlio dell’artista, al Musée Marmottan-Monet di Parigi dove è tutt’ora esposta.



Chiara Teodonno © Riproduzione riservata


Comentários


protetto da ©opyright
bottom of page