65 anni fa il mondo conobbe la ribelle, coraggiosa Rosa Parks
- Francesca Iervolino
- 1 dic 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 4 dic 2020
La storia del movimento dei diritti civili rivendicati dagli afroamericani è ricca di figure emblematiche che ne hanno costituito le colonne portanti, donne e uomini passati alla storia per il loro coraggio, abnegazione e forza nel non piegarsi alle ingiustizie. Tra i tanti che si sono battuti per il riconoscimento dei diritti dei "neri", oggi voglio ricordare Rosa Parks: nera, coraggiosa, ribelle e donna che, 65 anni fa, diede inizio al movimento che ha portato lentamente alla pronuncia di incostituzionalità e alla successiva abolizione delle leggi sulla segregazione razziale.
Definita "The Mother of the Civil Rights Movement" (la madre del movimento dei diritti civili) il 1º dicembre 1955, a Montgomery, Rosa Parks stava tornando a casa in autobus dal magazzino dove prestava lavoro come sarta e, non trovando altri posti liberi nel bus, occupò un posto ubicato nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l'obbligo per i neri di cedere il posto occupato, qualora fosse salito un bianco. Dopo tre fermate, l'autista del mezzo chiese bruscamente a Rosa di alzarsi e cedere il posto ad un passeggero bianco che, nel frattempo, era salito sul bus. Rosa, mantenendo un atteggiamento calmo e dignitoso, rifiutò fermamente di alzarsi e di lasciare il suo posto. Scandalizzato dall'insolenza della donna il "solerte" conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia per risolvere la questione. Cosa successe? Quello che succedeva sempre a quei tempi: Rosa la "negra" fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligavano le persone di colore a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando nel settore riservato ai bianchi non vi erano più posti disponibili.
Il resto è storia: la notte dell'arresto, dopo numerose proteste, una cinquantina di leader della comunità afroamericana guidati da Martin Luther King si riunì per decidere le azioni da intraprendere per reagire all'accaduto e il giorno successivo ebbe inizio il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni finché non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione. Gli eventi scaturiti dal "no" di Rosa Parks diedero l'input ad altre proteste più o meno pacifiche che si estesero in tutta l'America e, da quel momento, Rosa Parks diventò un'icona del movimento per i diritti civili.
A 65 anni da quegli eventi, la Fondazione "Morra-Greco" ha promosso il progetto “Almost Home – The Rosa Parks House Project” dell’artista statunitense Ryan Mendoza. Realizzato con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, il progetto prevede l’esposizione della casa dell’attivista afroamericana Rosa Parks nel Cortile d’Onore del Palazzo Reale di Napoli (Piazza Plebiscito). La casa della Parks, collocata originariamente nella città di Detroit, è stata salvata dalla demolizione e recuperata da Ryan Mendoza che, nel 2016, decise rimontarla nel giardino della propria casa berlinese.
"Con il progetto “Almost Home – The Rosa Parks House Project”, Ryan Mendoza mantiene in vita la memoria di Rosa Parks e di tutti coloro che hanno abitato la casa in un momento storico drammatico e conflittuale della storia americana, la cui identità, oggi rimessa in discussione dal ritorno del Black Lives Matter, appare sempre più fragile e contradditoria per le ferite di un passato coloniale ancora aperte".
RYAN MENDOZA
Nato a New York nel 1971, Ryan Mendoza ha realizzato i progetti “The White House” (2015), “The Invitation” (2016) e l’importante “The Rosa Parks House Project” (2017). Descritti come una “rarità nel mondo dell’arte” dall’autore Milan Kundera, i progetti artistici e i dipinti di Ryan Mendoza si muovono tra espressionismo e realismo, includendo riferimenti americani e storici. Mendoza ha esposto in numerosi musei e gallerie d’Europa, tra cui White Cube, Londra, Galerie Lelong, Parigi/NewYork, e Museo Madre, quest’ultimo a Napoli. Nel 2015 pubblica il suo diario d’artista “Tutto è mio” con il noto editore italiano Bompiani. Nel 2018 è stato docente presso la Columbia University, la Brown University e la RISD School of design. Il premiato documentario “The White House”, 75min, 2017, diretto dalla moglie Fabia, offre uno spaccato dell’attività artistica di Mendoza e racconta la storia del The Rosa Parks House Project. Vive tra Berlino, la Germania e la Sicilia con la moglie Fabia e il figlio Dylan.


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