Anatomia di un'Amicizia - capitolo I
- Cinzia Nitti
- 7 ott 2021
- Tempo di lettura: 3 min

Ciao, Ragazza. Giovane donna. Forse zia, madre, sorella. Sicuramente figlia. Ciao. Non ci conosciamo personalmente, ma per un fortuito e strambo gioco di algoritmi o per il volere di Dio, ci siamo incontrate in un mondo virtuale. Il male per i più. Quel posto insidioso, apparente, finto e costruito, dove la realtà lascia spazio alle sovrastrutture dei filtri per mostrare tutto, meno chi sei davvero. Ami follemente la tua professione giornalistica. Ho notato che pochissime cose ti rendono più orgogliosa di questo traguardo di vita. Il resto può aspettare e non avrà mai il potere di raccontarti come riesci a fare attraverso le parole. Con accuratezza, ricerca e competente capacità descrittiva. Sei una divoratrice seriale di libri, ecco cos’altro pareggia il tesserino dell’Ordine. E ancora non riesco a ripercorrere i passaggi che ti hanno portato nella mia lista “Amici più stretti” da subito e con inconscia, giusta ragione.
“Al di là del bene e del male esiste uno spazio. Lì è dove ci incontreremo.” - Rumi
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Ciao, Amica. È proprio in quello spazio che ci siamo incontrate. Non so quanti mesi siano passati da quel giorno, sommando le ore trascorse a scriverci. A dire il vero quel giorno nemmeno lo ricordo troppo bene. Ero a Roma, sì. Studiavo e preparavo la mia seconda tesi e il mio orgoglioso traguardo da celebrare. E tu c’eri ad augurarmi il meglio. Spettatrice silenziosa e curiosa, assolutamente ignara dell’uragano che t’avrebbe travolta da un certo momento in poi delle nostre vite. Definirlo uno scambio sarebbe riduttivo, mi piace pensare che in quel posto, oltre il bene e il male, abbiamo trovato una strada sterrata per crescere insieme, dove piantare i nostri fiori preferiti senza l’intento di fare a gara a chi avrebbe creato il giardino più bello. Senza la smania malsana di dover dimostrare il proprio valore all’altra. Annullando tutte le forme di supposizione, bugie nebulose, vergogna, proverbiale competizione femminile, e aprendo le braccia e il cuore, avendo cura reciproca nell’assicurarsi di impedirci l’inciampo – o almeno di esserci. Ogni volta che la vita avrebbe imposto di rialzarsi in fretta, col minor ammacco possibile. La gentilezza unita al coraggio. La convivenza della Diversità. La similitudine sulla stessa corda di violino. L’equilibrio nel rispetto. La forza di reagire alle botte meschine della vita, il sorriso docile e la sana ambizione dell'Essere. Le emozioni rivelate con naturalezza, come se esistesse davvero la leggenda del filo rosso dell'Amicizia, a dirci che forse sì, qualcuno doveva averci davvero separate alla nascita.
“L'amicizia migliora la felicità e abbatte l'infelicità, col raddoppiare della nostra gioia e col dividere il nostro dolore.” - Cicerone
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Ciao, Sorella. Ci siamo raccontate le nostre vite come non abbiamo fatto con le “amiche storiche”, quelle di sempre, decennali o anche più. Mi chiedo, oggi, se tanta virtualità abbia rafforzato la percezione del reale, trasformandola in qualcosa che di più vero, umano, empatico, non può esistere. Ci vuole forza, costanza, intelligenza, sensibilità. Ci vuole Fiducia. Quella che non ho riconosciuto in chi me ne data e che non ho mai tradito, senza ricambiarla. La stessa fiducia che fa addormentare con la certezza che l’indomani sarai (saremo) lì, pronte a ri-azzerare tutto e a supportarci senza limiti di tempo, geografia, fusi orari e vicissitudini piccole o grandi a porsi tra le radici che abbiamo piantato nel nostro giardino che prende forma e colore, affronta le stagioni e non teme il tempo che passa. Così diverse e così complementari. Affamate di cultura e di timbri sul passaporto, di sogni taciuti e di molti altri realizzati. Noi, quelle delle storie impossibili e dei cocci da raccogliere e sigillare con l'oro. A migliorarci, a dire la nostra senza mai mancarci di rispetto, pur nelle esternazioni poco diplomatiche e tutt’altro che morbide. Perché ferire l’altro non ci appartiene, e l’obiettivo ultimo risiede nel piacere di arricchirsi, in uno scambio bilanciato di idee, pensieri, percorsi e amore fraterno. Simbiotico e mai tossico. Opprimente? Non credo, necessario sicuramente. Libero dal giudizio e libero di crescere, volersi bene.
“A fine giornata, quando tiriamo le somme, l’unica cosa che vogliamo davvero è stare vicino a qualcuno. E una volta fatta la nostra scelta, quelle persone non le lasciamo più. Sono quelle che vale la pena tenersi strette.” – Meredith Grey
Lei c’è, è quello di cui ho bisogno, irrinunciabile. Ho imparato a dirlo senza vergogna. La mia persona al di là di ogni banale definizione sdoganata dal mito di Meredith Grey e Cristina Yang. Due pezzi di cuore che la virtualità ha connesso e di cui si prende tutto l’inconsapevole merito.
Cinzia Nitti © Riproduzione riservata
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