“APBP”, l'associazione che distribuisce libri gratuiti nelle carceri americane
- Francesca Iervolino
- 8 dic 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 7 mar 2021
“Medicina per l’anima” è l’iscrizione impressa sulla porta della biblioteca di Tebe. Nulla di più veritiero: i libri e la lettura, e lo dimostrano numerosi e comprovati studi scientifici, rappresentano da sempre una vera e propria cura per arginare e combattere i più disparati malanni dell’anima, compresi solitudine, malinconia e depressione fino ad arrivare a situazioni personali pesanti e fortemente limitative quali la detenzione, ad esempio.
A tal proposito negli USA (per la precisione a Morganatown, nella Virginia Occidentale) esiste "The Appalachian Prison Book Project"(APBP), un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2004 da due professori, Katy Ryan e Mark Brazaitis, che si occupa di inviare libri gratuiti nelle carceri.
L’organizzazione, attiva da ben 14 anni, riceve circa 100 lettere a settimana da numerosi detenuti che richiedono libri da leggere quali romanzi, manuali di disegno e di lingue straniere, libri di magia e, su tutti, dizionari. Il progetto, primo negli U.S.A, nasce per caso: durante una lezione universitaria, mentre si analizzavano opere di persone precedentemente detenute o in carcere, si comprese quanto fosse importante e salvifico per i detenuti leggere. L’associazione, partita da un piccolo scantinato di una Chiesa e allargatasi tanto da avere una propria sede all’interno dell’Aull Center, riscuote immediatamente successo e, fino ad oggi, sono stati distribuiti gratuitamente ai detenuti di diverse prigioni americane circa 25.000 volumi.

“La qualità delle librerie è molto irregolare. Le persone non hanno accesso ai libri che desiderano veramente leggere, in particolare se ricercano un argomento specifico. Alcune carceri cercano di fare prestiti interbibliotecari, ma è un servizio che va molto a rilento e limitato”- ha dichiarato Katy Ryan ai colleghi di Buzzfeed Books, -“La nostra biblioteca qui non è molto grande, e inoltre, per accedere ad esso serve un atto del Congresso. Sono un detenuto indigente e non ho TV, radio, ecc., quindi i libri sono la mia vita. Un collega detenuto ha detto che voi ragazzi potete aiutarmi a ottenere nuovo materiale di lettura.”
Ma come si è diffuso il progetto? Grazie al passaparola tra i detenuti all’interno delle prigioni e, addirittura, prima ancora che il programma fosse ufficialmente attivo e funzionante, l’APBP riceveva già dozzine di lettere di richieste da parte dei detenuti da tutti gli Stati Uniti. La forza trainante di APBP è, oltre al pregevole lavoro dei due fondatori, anche l’aiuto trainante della Comunità e degli studenti della West Virginia University.
“L’ufficio dell’associazione è aperto sei giorni alla settimana, così le persone possono entrare e rispondere alle lettere a loro piacimento. È intrecciato con le vite delle persone. Stiamo solo cercando di portare libri a persone che vogliono leggere, e può essere difficile portare i libri in carcere in altri modi”.
Francesca Iervolino © Riproduzione vietata
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