I "volti-oltre-la-guerra" di Maram Al Masri
- The Good Reader
- 16 nov 2021
- Tempo di lettura: 1 min
Maram al Masri nasce nel 1962 in Siria. Dopo il primo periodo di formazione a Damasco, si trasferisce in Inghilterra, terra che le mostrerà nuovi scenari culturali, libera dalle bombe a martoriare la sua gioventù accademica.
Dichiarata oppositrice del regime di Assad, è costretta a scappare in Francia; dopo tredici anni ritornerà nella sua amata Latakia - città tuttoggi sotto scacco ISIS e pesantemente ferita dalle bombe di regime - dove vive la sua famiglia.
Maram esordisce a Damasco nel 1984, dal titolo "Ti minaccio con una colomba bianca"; nel 2011 pubblica la più nota delle sue raccolte, "Anime Scalze", dedicata a tutte le donne siriane vittime di violenza, alle profughe, alle vedove.

Della Siria, di quella patria "luogo-non-luogo", Maram scrive: "Per me è una donna violentata tutte le notti da un vecchio mostro, violata, imprigionata, costretta a sposarsi. La Siria per me è l’umanità afflitta; è una bella donna che canta l’inno della Libertà, ma le tagliano la gola. È l’arcobaleno del popolo che si staglierà dopo i fulmini e le tempeste."
Abbiamo volti
Abbiamo volti che portiamo sulle spalle sulle carte d’identità nelle foto ricordo
Abbiamo volti che strappiamo conserviamo nascondiamo riveliamo ai quali ci abituiamo che rinneghiamo che amiamo e odiamo
Abbiamo volti che conosciamo… diciamo: li conosciamo?
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