Il "Sapore amaro" dell'esistenza attraverso gli occhi di Anita Nair
- The Good Reader
- 25 gen 2022
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Anita Nair, classe '66, è scrittrice e poetessa originaria del Kerala, India del sud. Le radici storico-culturali della sua narrativa, attraverso una passionale, fervida e impietosa scrittura che non risparmia analisi e critiche nei confronti della sua terra-madre, sono lo specchio dell'anima indiana e soprattutto delle sue Donne, spesso limitate in tradizioni castali millenarie.
Anita Nair dice di sé e della sua espressione letteraria: "Non sono una poetessa che scrive poesia in modo costante. Molto spesso la mia poesia nasce o da un’intensa esperienza emotiva, o da un avvenimento che mi ha scossa fin nel profondo. In questo senso, la mia poesia si manifesta come un lampo, mentre i miei romanzi sono frutto di un lungo pensare, riflettere e di un intenso lavoro di ricerca."
Nel 2001 ha pubblicato il suo primo romanzo, Un uomo migliore, che ha ottenuto un notevole successo di critica e di pubblico. Nel 2002, Cuccette per signora, il suo secondo romanzo, si è imposto come uno dei maggiori best seller internazionali. A seguito dell'onorevole riconoscimento ottenuto nel 2012 dalla Kerala Sahitya Akademi (Kerala Literary Academy ndr) "per il suo contributo alla diffusione della Letteratura Cultura indiana nel mondo", nel 2014, con la pubblicazione de Il custode della luce, Anita Nair è stata insignita del prestigioso Hindu Literary Prize, riconfermandosi cantrice e musa indiscussa della letteratura indiana contemporanea globale.
Forse non ero la vespa solitaria
che avevo pensato di essere.
Potevo desiderare e sognare.
Potevo essere una donna come tutte le altre.
Le mie storie
non avrebbero più narrato
di donne ai margini della vita.
Avrei scritto di donne traboccanti d’amore;
di donne che si abbandonano a un uomo,
sapendo che non se ne andrà.
Tratto da "Sapore amaro", 2018, Guanda Editore
Collana: Narratori della Fenice
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