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"Non ho mai visto Vulcani", Emily Dickinson e la vita che si nasconde sotto le ceneri

Aggiornamento: 16 mag 2021

"Respiri Poetici", il consueto appuntamento settimanale di "The Good Reader" dedicato alla grande poesia d'autore oggi vi porta alla scoperta di "Non ho mai visto Vulcani" della poetessa statunitense Emily Dickinson, tra i lirici moderni maggiormente apprezzati dalla critica e dai lettori.


"The last day of Pompeii", Karl Brullov

Emily Elizabeth Dickinson, 1830-1886, è annoverata tra le più importanti poetesse americane e tra i maggiori lirici moderni. Nacque da una famiglia borghese, di tendenze puritane e trascorse la maggior parte della propria vita nella sua casa di Amherst. La giovane Emily amava la natura, ma era ossessionata dalla morte (tema ricorrente nelle proprie liriche) e, a partire dal 1865, iniziò a vestirsi solo di bianco, in segno di purezza, rifiutando energicamente il matrimonio. Morì di nefrite a soli 55 anni, nel 1886.


La produzione di Emily Dickinson è permeata da un semplice e brillante linguaggio; alcune caratteristiche delle sue opere sono le digressioni enfatiche, l'uso poco usuale delle maiuscole, i ritmi salmodianti, le rime asimmetriche, le voci multiple e le elaborate metafore. L'opera poetica della Dickinson è incentrata, in particolare, sui temi della natura, dell'amore e della morte; temi permeati da una sottile angoscia esistenziale, espressa con limpidezza e semplicità di linguaggio.

Tuttavia, gran parte della sua produzione poetica riflette e coglie non solo i piccoli momenti di vita quotidiana, ma anche i temi e le "questioni calde" che coinvolgevano la società, in particolare quella americana.




I "Vulcani", io non li ho mai visti

Ma quando i viaggiatori raccontano

Di quanto quei vecchi, imperturbabili

Monti in genere tanto immoti,


Custodiscano dentro - artiglieria terrificante,

Fuoco e poi fumo e poi polvere da sparo,

E si nutrano di villaggi a colazione

E lascino l'Uomo tramortito di terrore


Allora mi chiedo se Vulcanica sia

La quiete nel volto di un uomo

Quando a fronte di un dolore Titanico

I lineamenti restano immoti -


E mi chiedo se col tempo non l'avrà vinta,

Quell'angoscia che brucia sotto

Le ceneri, e il vigneto che pulsa di ansia, non finirà travolto nella polvere.


E mi chiedo se nell'Alba di un nuovo inizio, un qualche amante dell’archeologia, non urlerà di gioia: “Pompei”

torna alle colline!





Tutte le poesie, Emily Dickinson (Mondadori, 1994)




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