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"Ode sensazionista", Fernando Pessoa e l'inquietudine del suo tempo

Aggiornamento: 30 ago 2021

Come ogni martedì, ritorna l'appuntamento di The Good Reader con la rubrica "Respiri Poetici" , dedicata alla grande poesia d'autore. Oggi andiamo alla scoperta di "Ode sensazionista" splendida poesia del poeta portoghese Fernando Pessoa.

Nato a Lisbona nel 1888, Pessoa rimase sconosciuto al grande pubblico fino alla sua morte, avvenuta in una piccola stanza presa in affitto a Lisbona, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Oggi, Fernando Antonio Nogueira Pessoa viene riconosciuto all'unanimità come il più importante poeta portoghese moderno.








Ode sensazionista



a José de Almada-Negreiros Lei non immagina quanto Le sono grato per il fatto che Lei esista (Álvaro de Campos)

I […] Porto dentro il mio cuore, come in uno scrigno troppo pieno per chiudersi, tutti i luoghi dove sono stato, tutti i porti a cui sono arrivato, tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò, o da casseri, sognando, e tutto questo, che è molto, è poco per quello che voglio. […] Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato… Ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi… Ho provato più sensazioni di tutte le sensazioni che ho sentito, perché, per quanto sentissi, mi è sempre mancato qualcosa da sentire e la vita sempre mi dolse, fu sempre poco, e io infelice. […] Non so se la vita è poco o è troppo per me. Non so se sento troppo o troppo poco, non so se mi manca scrupolo spirituale, punto d’appoggio dell’intelligenza, consanguineità col mistero delle cose, scossa ai contatti, sangue sotto i colpi, sussulto ai rumori, o se per questo c’è un altro significato più comodo e felice. Sia come sia, era meglio non essere nato, perché, con tutto l’interesse che ha in ogni momento, la vita arriva a dolere, a nauseare, a tagliare, a sfiorare, a stridere, a dar voglia di gridare, di saltare, di restare per terra, di uscire fuori da tutte le case, da tutte le logiche e da tutti i balconi, e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e dimenticanze, fra cadute e pericoli e mancanza di domani, e tutto ciò dovrebbe essere qualche altra cosa più simile a ciò che penso, a ciò che io penso o sento, che non so neppure cosa sia, oh vita. […]


Fernando Pessoa Poesie di Álvaro de Campos, Adelphi Edizioni, 1993 (Traduzione di Antonio Tabucchi)

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